Thursday, October 10, 2024

OLTRE IL CORTILE - La cultura dell'educazione

Alcuni mesi fa è stato pubblicato la sintesi in lingua italiana del Rapporto Unesco redatto dalla Commissione internazionale per i futuri dell’educazione. Il titolo è Re-immaginare i nostri futuri insieme - Un nuovo contratto sociale per l’educazione. Il rapporto propone concetti che ormai ricorrono costantemente nei documenti internazionali, a cominciare  dall’educazione come risorsa primaria per affrontare le emergenze del nostro tempo. Alcuni altri aspetti, meno scontati, meritano attenzione. In particolare: l’allarme per le “profonde e crescenti disuguaglianze globali” che logorano il tessuto civile e democratico delle società e rendono vana la “promessa di futuri migliori” che l’educazione - l’educazione rivolta a tutti gli individui - aveva fatto agli albori dell’età contemporanea; l’appello insistito perché “tutti possano partecipare alla costruzione dei futuri dell’educazione”. L’elenco esemplificativo che segue nel testo - dai genitori al “leader politici e religiosi” - toglie oltre ogni dubbio sul fatto che ogni cittadino e cittadina dovrebbe partecipare alla discussione intorno alla “urgente necessità di re-immaginare perché, come, che cosa, dove, quando impariamo”. O, in altri termini, su “cosa dobbiamo continuare a fare? cosa dobbiamo abbandonare? cosa deve essere inventato da capo in modo creativo?”

Quanto è presente, nel nostro dibattito pubblico, di tutto questo? Direi poco. Fuori dall’ambito dei suoi addetti, di scuola e di educazione si parla spesso per luoghi comuni, sull’onda di report di cui si colgono semmai aspetti parziali e fuori contesto, non di rado con l’intento di accreditare strumentalmente una visione catastrofica e fuorviante dello stato delle cose. Fra i suoi addetti invece - educatori e insegnanti, dirigenti, responsabili a vari livelli - prevale un ripiegamento sugli aspetti “tecnici”, meramente organizzativi o angustamente metodologici dell’insegnamento. Come non fosse del tutto evidente che ogni strumento, ogni risorsa per l’apprendimento ha efficacia solo se è chiaro a quali scopi è finalizzato.

Jerome Bruner, in uno dei suoi libri più belli, La cultura dell’educazione, scriveva che “l’educazione non è mai neutrale, non è mai priva di conseguenze sociali ed economiche” e, di conseguenza, “in questo senso lato, l’educazione è sempre politica”. E’ quindi inevitabilmente oggetto di confronto, talvolta di scontro, fra idee diverse; ma se avviene a partire dalla “cultura dell’educazione”, cioè dal livello in cui si cerca di dare significato alle cose, questo confronto può essere produttivo e portare a conclusioni largamente condivise. 

Oltre il cortile è il titolo di un recente corso di formazione per insegnanti. Alludeva proprio alla necessità di allargare lo sguardo oltre i confini della propria scuola e di parlare con quei tutti del Rapporto Unesco. Ma la prospettiva si può agevolmente ribaltare: ogni cittadino ha bisogno di guardare oltre il muro dell’istituzione scolastica per capire cosa si fa e cosa si dovrebbe fare. 

Il blog vorrebbe contribuire a questo, scritto con un minimo di esperienza sul campo e senza la pretesa di dire cose originali ma magari di segnalare spunti di riflessione commentando fatti e testi - libri, interventi, documenti ufficiali - che possono interessare chi, da diverse prospettive, vuole comunque andare oltre quel cortile.

1 comment:

  1. Ho partecipato all'aggiornamento "Oltre il cortile" e ritengo che discutere in termini "alti", politici e filosofici, dell'insegnamento sia più che mai urgente e doveroso. Moltissimi insegnanti non si ritrovano più nel ruolo di burocrati, non si riconoscono in una scuola fatta di acronimi e anglicismi, tesa alla prestazione fine a se stessa e al raggiungimento di obiettivi misurabili attraverso le prove Invalsi.
    Molti insegnanti si lamentano di tutto questo- recentemente ha fatto discutere l'intervista di Alessandro Barbero su "La Stampa"- ma il malcontento purtroppo rimane un fatto personale. Credo invece che dovremmo cominciare a fare sentire la nostra voce in modo organico e costruttivo: il corpo docente lo dovremmo pensare come un organismo vivo e pensante, non come un mostro dalle cento teste.

    ReplyDelete

LA PROIBIZIONE DEI CELLULARI - Un'altra circolare del Ministro

  Il 16 giugno scorso il Ministro dell’Istruzione ha inviato una nota ai DS degli Istituti di Secondo grado in cui “si dispone anche per gli...